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Le microaggressioni

Le microaggressioni

 

Per quanto l’Italia sia stata relativamente poco toccata dal fenomeno, è probabile che i lettori sappiano qualcosa della sorta di ‘cultural revolution’ nei rapporti interpersonali in corso nei paesi anglofoni. Come tutte le rivoluzioni, è partita per una buona causa, dal desiderio di correggere un torto antico: la storica subalternità sociale ed economica delle donne, in modo particolare sul lavoro.


Il modello è quello sviluppato negli Stati Uniti a partire dagli anni Sessanta per combattere un’altra piaga, quella del razzismo contro i neri; il concetto si è poi evoluto nell’intento di vietare ogni forma di discriminazione, razziale, etnica, linguistica e di genere.

Molti progressi sono stati fatti, ma il tentativo di ‘regolamentare’ in qualche modo le relazioni tra uomini e donne si è rilevato tutta un’altra gatta da pelare. Da qui, la scoperta dell’esistenza delle ‘microaggressioni’, cioè gesti apparentemente ‘normali’ che potrebbero – forse – celare una presunzione di superiorità da parte di un uomo rispetto a una donna.


L’effetto è quello di rendere sospetta tutta una serie di comportamenti convenzionali – persino automatici – dei maschi ‘educati’ nei confronti delle femmine: cedere il passo, tenere la porta per far passare, aiutare con un pacco pesante e molte altre cose potenzialmente interpretabili come espressioni di superiorità rispetto a una persona ritenuta più debole e, dunque, bisognosa di ‘assistenza’. Questo, naturalmente, tende a mettere le regole del galateo in diretto contrasto con il politically correct, lasciando agli uomini l’ardua scelta tra passare per ‘scortesi’ da una parte o ‘supponenti’ dall’altra.


La preoccupazione per il tema delle microaggressioni è particolarmente presente negli uffici delle grandi imprese, dalla gestione più formale e dove il terrore aziendale di sentirsi chiamati in causa è maggiore. Si ha l’interessante caso di un’importante multinazionale anglo-americana di servizi legali, la Hogan Lovells – oltre 2.500 avvocati nel mondo – che ha da poco attivato una ‘hot line’ telefonica alla quale le dipendenti potranno rivolgersi per sapere se sono state offese o meno nel corso di un’interazione con un collega…


Image Credit: Instagram


James Hansen per Mercoledì di Rochester